Quando incorri in un infortunio importante i timori sono tanti. Riuscirò a guarire al 100%? Tornerò quello di prima? Ritroverò la stessa confidenza in bicicletta? Finn Fisher-Black dev’essersi fatto tutte queste domande negli ultimi mesi, visto che lo scorso maggio, mentre si correva il Giro d’Italia, lui era a gareggiare in Francia la Boucles de la Mayenne, e per una caduta durante la quarta tappa si è rotto il femore con il risultato obbligato di dover star lontano dalle gare per ben 8 mesi.
Un brutto colpo per un corridore considerato all’unanimità uno dei migliori prospetti del ciclismo mondiale. In Nuova Zelanda, dove è nato, aveva brillato sia su strada che in pista, così la Jumbo-Visma, che i talenti spesso li trova prima di tutti, è andata a pescarlo a casa sua e lo ha aggregato al suo vivaio. Quando c’è stato da scegliere la squadra con cui passare professionisti, però, Fisher-Black ha deciso di andare all’UAE Team Emirates, lasciando un po’ di sasso la formazione olandese. D’altronde, dover scegliere tra le due squadre, al momento, più forti del mondo è un lusso che pochi possono condedersi.
Così con la formazione emiratina è cominciato un processo di crescita che, si sperava, nel giro di poco tempo potesse portarlo ad essere uno dei corridori di riferimento della squadra. “Vorrei diventare un corridore da corse a tappe, sfruttando anche le mie qualità da cronoman” aveva detto il classe 2001 poco prima di infortunarsi. Poi, come detto, il brusco stop, e il ritorno all’inizio di questo 2023. Tour Down Under, Volta ao Algarve, Volta a Catalunya e ora Giro di Sicilia, con la speranza di ritrovare quelle sensazioni e quei colpi che stavano cominciando a farlo conoscere.