Guardando la startlist alla vigilia del Giro di Sicilia 2022 era chiaro che c’erano buone possibilità che il vincitore di questa edizione fosse, ancora una volta, un corridore di casa, un siciliano. Se l’anno scorso la vittoria del messinese Nibali era stata significativa ed emozionante per diversi motivi, anche quella di quest’anno del ragusano Damiano Caruso non si può negare sia stata parecchio suggestiva.
Caruso contro Nibali doveva essere e Caruso contro Nibali è stato: il primo, però, è in un momento di carriera più esaltante rispetto al corregionale e l’impressione è quella che al momento non solo sia nel periodo migliore della sua vita ciclistica ma è anche l’opzione italiana più concreta per le corse a tappe. D’altronde terminare al secondo posto un Giro d’Italia dietro a un corridore come Egan Bernal non può certo essere un caso.
Damiano, si sa, ha speso gran parte della carriera mettendosi a disposizione dei compagni, dimostrando solo a sprazzi le sue qualità come capitano, forse perché nemmeno lui si aspettava di poter arrivare a livelli così alti. Poi alla Corsa Rosa dell’anno passato, a quasi 34 anni, la rivelazione di un talento ancora inespresso. Quasi un anno dopo quel grande exploit, possiamo dire che non sia stato un fuoco di paglia. Caruso è un signore corridore.