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La delusione dei beffati

29/09/2021

Non basta il fatto che sia stato uno dei loro migliori risultati stagionali. Sia Filippo Fiorelli, oggi, che Vincenzo Albanese, ieri, hanno pensato che il secondo posto fosse un enorme beffa (Fiorelli è stato pure retrocesso). Per motivi simili, entrambi avrebbero voluto quella vittoria ad ogni costo, ma Juan Sebastian Molano si è messo di traverso sia a Licata che a Mondello.

Per Fiorelli il motivo è di facile intuizione, perché lui, palermitano di Ficarazzi, è cresciuto a meno di 30 km dall’arrivo odierno e vincere davanti ai suoi tifosi sarebbe stata una vera e propria apoteosi. In più, Fiorelli è ancora alla ricerca della prima vittoria da professionista, sebbene abbia più di qualche vittoria in gare semiprofessionistiche di categoria .2. La sua, poi, è una storia particolare, perché ha preso in mano per la prima volta una bicicletta da corsa che aveva 20 anni, ha cominciato ad allenarsi nei dintorni di Palermo e vincere diverse granfondo. Così si è messo a cercare squadra in Toscana, anche se non è facile se sei un amatore che arriva dalla Sicilia. Alla fine, però, ce l’ha fatta, è partito da una piccola squadra di quartiere e nel giro di 5 anni è diventato professionista in maglia Bardiani-CSF-Faizanè. Vincere oggi a Mondello avrebbe chiuso un cerchio meraviglioso, anche perché non capita così spesso di correre in casa per un siciliano. Invece non solo è stato battuto da Molano, ma è stato anche retrocesso per un movimento pericoloso in volata.

Albanese invece era un predestinato, uno dei maggiori talenti del ciclismo italiano, lanciato giovanissimo dalla Bardiani. Lui aveva già vinto coi professionisti ancora prima di passarci, visto che nel 2016 vinse il Trofeo Matteotti in un’apparizione con la maglia della Nazionale, quando aveva appena 20 anni. Poi però non è riuscito a dare continuità alla sua crescita, ha intrapreso una parabola discendente che però è tornata a salire quest’anno in maglia Eolo-Kometa. Nell’ultimo mese ha conquistato tre secondi posti, tra i quali quello di ieri a Licata, quando ha sfiorato un capolavoro con una splendida azione da finisseur, “rovinata” dalla grande rimonta di Richeze e Molano. Un successo lo avrebbe rimesso definitivamente nella carreggiata che aveva lasciato qualche anno fa.

LA CORSA – Il suggestivo parco archeologico di Selinunte (il più grande d’Europa) ha dato il via ad una tappa che ha rispettato il copione, portando il gruppo nella costa opposta, a Mondello. La frazione è stata l’occasione per ricordare alcune tragedie che non andrebbero mai dimenticate: come la strage di Portella della Ginestra, la prima dell’Italia repubblicana, quando la banda criminale di Salvatore Giuliano sparò ad una folla di contadini nella giornata della Festa dei Lavoratori, il 1° maggio 1947. Poi a Carini è tornato in mente il terribile disastro aereo del 5 maggio 1972, quando il volo Alitalia 112 si schiantò su Montagna Longa, provocando la morte dei 108 passeggeri e degli 8 membri dell’equipaggio. E infine Capaci e l’omicidio del giudice anti-mafia Giovanni Falcone, ucciso da un attentato mafioso insieme alla moglie e agli agenti della sua scorta.

Oggi però ci si è divertiti, con la fuga composta da Txomin Juaristi (Euskaltel – Euskadi), Emerson Oronte (Rally Cycling), Giacomo Cassarà (Amore&Vita-Prodir), Niccolò Salvietti (Mg.k Vis VPM), Eric Paties Montagner (Work Service Marchiol Vega) e Stefano Gandin (Zalf Euromobil Fior) che ha dato battaglia fino al GPM di Carini, quando la UAE Team Emirates ha cominciato a far sul serio e riprendere uno a uno tutti i fuggitivi.

La squadra del leader Molano non si è mai spostata dalla testa per gli ultimi 20 km: De La Cruz, Covi, McNulty e Richeze nell’ordine hanno pilotato alla perfezione il loro capitano e non si sono fatti sorprendere nemmeno da Vincenzo Nibali, che si è messo in testa in vista dell’ultimo chilometro per guidare Matteo Moschetti. Richeze però ha aspettato ancora una volta il momento giusto per partire, con Molano che è uscito fortissimo non lasciando scampo agli avversari. Per la seconda volta in 48 ore.

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