Quando si pensa alla Sicilia si pensa all’estate, al mare, alle spiagge, alla storia e ai monumenti, ma gli appassionati di ciclismo pensano anche a Il Giro di Sicilia Crédit Agricole, che dal 2019 è tornato ad arricchire il calendario dopo 42 anni di assenza. E riflettendoci bene, Il Giro di Sicilia racchiude in 4 giorni di gara tutte quelle bellezze e peculiarità che rendono questa Regione un luogo idilliaco per i turisti di tutto il mondo.
L’edizione di quest’anno non fa eccezione. Già la prima tappa è ricca di spunti, da Marsala e le Saline ad Agrigento e la Valle dei Templi, per 159 km che per lunghi tratti costeggeranno il Mediterraneo. Le Saline di Ettore e Infresa sono state costruite lungo la costa dello Stagnone (la laguna più grande della Sicilia) tra il 1492 e il 1508 su autorizzazione dei viceré spagnoli e da allora, un antico mulino per la molinatura del sale – attualmente ancora funzionante grazie a un importante restauro conservativo – fa da cornice a uno dei tramonti più belli e fotografati in Europa. Qui si produce il Sale marino di Trapani IGP, il primo di origine protetta in Italia. In caso di languorino, a Marsala e nel trapanese è tipico il cous cous di pesce e, come dessert, le cassatelle, particolarmente consigliate durante il periodo pasquale.
I corridori transiteranno quindi per zone che trasudano storia e l’arrivo a pochi metri dalla Valle dei Templi non sarà da meno. Si tratta di un parco archeologico che ospita templi dorici del periodo ellenico in ottimo stato di conservazione e si trova nel luogo dell’antica Akragas, nucleo originario della città di Agrigento. Dal 1997 l’intera zona è stata inserita nella lista dei Patrimoni dell’umanità Unesco e con i suoi 1300 ettari, è uno dei siti archeologici più grandi al mondo. La macchia mediterranea di quest’area della Sicilia si integra con i resti archeologici e contorna le pareti di arenaria del Parco, formando una meravigliosa quinta scenica.
Il mare lascerà spazio all’entroterra nella seconda tappa che porterà il gruppo da Canicattì a Vittoria per 193 km senza particolari insidie tecniche. Prima di godersi la probabile volata al traguardo, gli appassionati potranno fare due passi nel centro storico di Vittoria, dove spicca Piazza del Popolo. È il punto d’incontro per gli abitanti della città, dove si intersecano le maggiori vie del centro: via Cavour, via Bixio, via Garibaldi, via Cancellieri. Su Piazza del Popolo affaccia il Teatro comunale Vittoria Colonna, un gioiello del Neoclassicismo, intitolato alla fondatrice della città. Al centro della piazza, invece, si erge il Monumento ai caduti, opera dello scultore Turillo Sindoni. Sul territorio di Vittoria, inoltre, si produce il vino Cerasuolo di Vittoria DOCG, unico vino siciliano a godere di questa denominazione. Per mangiare, invece, nella zona agrigentina si consiglia di provare la Minestra I Sicci, una minestra di seppie tipicamente primaverile, oppure, per chi preferisce la carne, la Stigghiola, tipico dello street food siciliano, un piatto a base di budella di agnello o di capretto spesso servita come spiedino dai cosiddetti stigghiulari che, con le loro bancarelle, animano le piazze arrostendo le budella soprattutto di sera.
La terza frazione, invece, porterà i corridori nuovamente sul mare, stavolta sulla costa settentrionale. Da Enna si va a Termini Imerese per un totale di 150 km e anche stavolta a sorridere dovrebbero essere gli sprinter. La partenza avverrà dal capoluogo più alto d’Europa, capace di incantare da qualsiasi punto della città grazie alla bellezza della natura che la circonda. Posta su un rilievo dei Monte Erei, nel bellissimo entroterra siciliano, Enna è l’unica provincia a non essere bagnata dal mare. Per la sua posizione proprio al centro della Sicilia, fu definita da Callimaco l’omphalos (ombelico) dell’isola. E a sorvegliare i corridori dall’alto, ci sarà il Castello di Lombardia, situato sul punto più alto della città; è uno dei castelli medievali più grandi d’Italia e deve probabilmente il suo nome a una guarnigione di soldati lombardi posta a difesa della fortezza in età normanna. Delle venti torri che ne facevano parte oggi rimangono le vestigia di sei, di cui tre pressoché intatte: tra queste la Torre delle Aquile, detta anche Pisana poiché si dice che al tempo dei normanni nel presidio del castello vi fosse un contingente di pisani dai quali essa avrebbe preso nome. La cucina dei vari comuni è caratterizzata da sapori tipicamente montanari. Tra i primi piatti vi è la famosa “pasta ricasciata” (timballo di maccheroni al ragù, uova, salame, formaggio e piselli) ed i “maccheroni in agrodolce” (a base di ragù di carne, melanzane, zucchero e cannella). Tra i secondi prevale l’utilizzo di carne suina: vi segnaliamo la buonissima “salsiccia magna” preparata con aggiunta di semi di finocchio e caciocavallo. Tra i formaggi, i più famosi sono: “u primu sali” ricotta salata, ed il “piacentinu” pecorino aromatizzato con pepe nero in grani e zafferano. Tra i dolci i più rinomati sono la “cubbaita” (torrone arabo con sesamo, miele e mandorle) ed i “ditini” biscotti alla cannella. Queste prelibatezze sono spesso accompagnate da vini come il Tudia ed il famosissimo Amaro Averna.
La tappa più lunga e altimetricamente più impegnativa sarà però l’ultima: da Barcellona Pozzo di Gotto a Giarre per 216 km, con una “piccola escursione” anche sull’Etna. In Piazza Duomo a Barcellona Pozzo di Gotto spicca la Basilica Minore di San Sebastiano; in stile neoclassico, fu costruita in seguito al disastroso terremoto di Messina del 1908 che danneggiò gravemente l’antico duomo di San Sebastiano. La facciata richiama quella della basilica di Sant’Andrea della Valle ubicata in corso Vittorio Emanuele a Roma, mentre la cupola è ispirata a quella disegnata da Federico Juvarra per la basilica di Superga, a Torino.
Il gran finale, invece, sarà a Giarre, il cui centro si è sviluppato intorno a due vie, via Callipoli e via Archimede, oggi corso Italia. L’intera zona è costituita da strade di basolato lavico e edifici patrizi eretti tra il XVIII secolo e gli inizi del XX; sono di rilievo alcuni dettagli liberty come quelli di palazzo Bonaventura e dell’ex centrale idroelettrica Fratelli di Mauro. Nella piazza principale si trova la chiesa madre dedicata a sant’Isidoro Agricola, di stile neoclassico, risalente al 1794. Tra i prodotti tipici di Giarre troviamo il cor’i cani (“cuore di cane”), una particolare bibita a base di granita al limone, menta e acqua.
Che siate amanti della natura e del mare, oppure di storia e monumenti, oppure di tradizioni cittadine, di gastronomia e passeggiate, il Giro di Sicilia 2023 non vi deluderà.