Caruso-Nibali-Pozzovivo: un podio che a vederlo 10 anni fa non avrebbe certo sorpreso e che, forse, sorprende di più vederlo oggi. 34 anni il primo, 37 il secondo, 39 il terzo. Non certo dei giovincelli, ma il talento, si sa, non ha età. Ed è stato bello vederli lottare su un terreno che di solito non è proprio il loro prediletto, ovvero uno strappo di 700 metri in cui solitamente vengono fuori i corridori più esplosivi e non gli scalatori più puri come loro. Da anni si sfidano sulle strade di tutto il mondo, loro che hanno in comune il fatto di aver dovuto lasciare il loro Sud per inseguire il sogno del ciclismo professionistico. Caruso ragusano, Nibali messinese e Pozzovivo lucano. Si può anche dire che siano buoni amici – Nibali e Pozzovivo vivono a pochi chilometri di distanza a Lugano e spesso si allenano insieme – e oggi hanno sicuramente avuto modo di divertirsi.
I tre stanno però attraversando momenti diversi della loro vita ciclistica; Caruso, in particolare, sta vivendo probabilmente il momento più alto della sua carriera, cominciato l’anno scorso quando, contro ogni pronostico, fece un Giro d’Italia spettacolare e chiuse al secondo posto. Da quel momento il suo pedigree di corridore è cresciuto gradualmente e oggi si è tolto anche la soddisfazione di vincere per la prima volta nella sua Sicilia, dove vive tutt’ora. In questo momento è forse la migliore opzione per il ciclismo italiano per quanto riguarda le grandi corse a tappe e queste vittorie gli daranno sicuramente la possibilità di correre da capitano qualche corsa di prestigio con la sua Bahrain-Victorious (al Giro di Sicilia sta correndo con la maglia della Nazionale).