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Barcellona Pozzo di Gotto -

Giarre

Venerdì 14  Aprile 2023 216km Dislivello 3700mt

Tempo totale: 5:29:50 Ritirati: 38

ordine
d'arrivo
vincitore di tappa

LUTSENKO Alexey

ASTANA QAZAQSTAN TEAM

5:29:50

MEINTJES Louis Du Bouisso

INTERMARCHE' - CIRCUS - WANTY

+ 0:40

ALBANESE Vincenzo

EOLO-KOMETA CYCLING TEAM

+ 01:13

classifica
maglie
Giallo-Rossa
LUTSENKO Alexey
ASTANA QAZAQSTAN TEAM
Ciclamino
ALBANESE Vincenzo
EOLO-KOMETA CYCLING TEAM
Verde Pistacchio
GUERIN Alexis
BINGOAL WB
Bianca
FISHER-BLACK Finn
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info tecniche

Tappone di montagna (216 km la tappa più lunga del Giro di Sicilia) con 3 GPM di categoria superiore e l’arrivo al termine dell’ultima discesa. Dopo circa 50 km lungo la costa si scala la salita di Floresta (complessivi 40 km al 3% medio con tratti al 7%). Segue una lunga discesa e dopo Linguaglossa si affronta la salita all’Etna (loc. Due Monti) di quasi 18 km al 6%. Dopo la discesa fino a Mascali di scala la salita di Scorciavacca fino al culmine (10 km al 6.4%). Si ripercorre la discesa precedente raggiungendo Mascali per poi raggiungere Giarre.
 
Ultimi km
Ultimi km dopo Mascali tutti in leggera salita (circa 2%) praticamente rettilinei con brevi semicurve fino all’arrivo. Rettilineo finale di circa 1 km su basolato (largh. 8 m).

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Città di:

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Barcellona Pozzo di Gotto

Panoramica

La città di Barcellona Pozzo di Gotto, nasce dall’unione, decretata nel 1835 per volere di Ferdinando II, Re delle Due Sicilie, delle due antiche contrade di Barcellona e Pozzo di Gotto. Eredita parte del suo nome dalla città catalana per la sua stessa posizione oro-geografica: adagiata tra il mare e la collina. Tra il Mar Tirreno con le isole Eolie, il golfo di Tindari e la città di Milazzo e i suggestivi borghi di Castroreale, S. Lucia del Mela e Novara di Sicilia. In epoca antica nel territorio di Barcellona Pozzo di Gotto esistevano insediamenti sparsi nelle colline, come Pizzo Lando (X sec. a.C.) e Monte S. Onofrio. Negli anni Settanta del XX secolo sono stati messi in luce dalla Soprintendenza i resti, di grande interesse storico-archeologico, di una Acropoli e una Necropoli (IX-VIII sec. a.C.) costituita da tombe a grotticella, proprio nella zona del Monte Sant’Onofrio: la cittadina sicula di “Longane”, dove è stato ritrovato un ‘caduceo bronzeo’ esposto oggi al British Museum di Londra. Numerosi villaggi, alcuni esistenti sin dal medioevo, come la frazione di Gala che contava la presenza di Monaci Basiliani, hanno dato vita successivamente ai centri di Pozzo di Gotto e Barcellona. La costruzione del pozzo, attuata nel 1463 dal nobile messinese Nicolò Goto, può essere considerato l’atto di nascita del casale di Pozzo di Gotto, che da quel gesto iniziale e dal suo artefice ne trasse il nome. La costruzione, a partire dal 1595, della Chiesa di San Sebastiano( Basilica) costituisce la vera e propria nascita di Barcellona. Barcellona e Pozzo di Gotto sono separati  dal torrente Longano.

Gastronomia

Granite al caffe, limone, pesca, fragola, more  con  brioche cu tuppu. Gelati, piccola pasticceria, Riso nero realizzato con cioccalato fondente e scorze di arancia, succhi di agrumi e frutta candita, limoncello, arancini, focaccia, pesce azzurro, totani e calamari, pesce spada, polpi, melanzane ripiene, pesce stocco a ghiotta, involtini di carne, di pesce e di verdure ecc.

La ciaurrina (o giaurrina): impasto caramellato a base di miele, a forma di treccia tipico di Barcellona Pozzo di Gotto. Essa si prepara tradizionalmente per la festa di San Sebastiano, patrono della Città, che si celebra il  20 gennaio.

Punti di interesse

Monastero settecentesco dei Basiliani, Grotta di Santa Venera di epoca normanna, Cuba bizantina (XI sec) nel quartiere di Sant’Antonio, Chiesa del Carmine e Convento dell’ordine dei Carmelitani(XVI), Chiesa di S.Vito e Oratorio delle Anime del Purgatorio(XV), Chiesa di S.Antonio di Padova e Convento dei Frati Minori, Chiesa dell’Immacolata(XVI), Duomo di S.Maria Assunta, Teatro P. Mandanici, Villa Primo Levi, Area della vecchia Stazione ferroviaria dove è collocata la scultura  Seme di Arancia di Emilio Isgrò, Parco Urbano Maggiore La Rosa con all’interno il Giardino di Proserpina di Hidetoshi Nagasawa, Località montana di Miliuso con spazi attrezzati per ristoro, Piazza delle Ancore e il Lungomare con spazi attrezzati ludico-sportivo, Parco Museo Jalari, Museo Etnostorico Nello Cassata, Museo Epicentro, Villino Liberty

Giarre

Panoramica

Il toponimo, secondo l’ipotesi più accreditata, deriva dal fatto che Giarre nacque come fondaco ovvero come luogo di raccolta merci: le “giare” erano appunto i recipienti, situati nella stazione di posta ma in generale nei magazzini, che servivano a contenere vino, olio, cereali e legumi.
Giarre ha una storia relativamente recente, essendo passati poco meno di due secoli dalla sua fondazione come unità amministrativa. Tuttavia i primi insediamenti urbani risalgono all’epoca in cui il territorio apparteneva alla Contea di Mascali, proprietà dei Vescovi di Catania.

Le prime case, coloniche e rurali, sorsero intorno al 1550, periodo in cui Giarre non era altro che il cosiddetto “fondaco delle giarri”, un territorio pianeggiante e ricco d’acqua ma infestato da una folta boscaglia.

La trasformazione del territorio avvenne ad opera dei Vescovi proprietari che concessero le loro terre in enfiteusi per lo più ad acesi e messinesi. In poco più di un secolo i grandi possedimenti incolti divennero luogo di pregiate colture. Nacquero così le due piccole comunità di Giarre e Riposto.

Giarre acquistò una sempre maggiore importanza economica. Il suo cammino fu inoltre agevolato dallo spostamento verso il mare della strada consolare a causa del terremoto del 1663: fino a quel momento, infatti, Giarre era tagliata fuori dal transito per Catania e Messina.

Nel 1784 fu costruita una strada che dal centro di Giarre giungeva fino alla marina di Riposto da cui le merci partivano per i porti del Mediterraneo.

Nel 1815 il Parlamento siciliano concesse l’autonomia amministrativa. Tutti i quartieri, eccetto Nunziata, rimasero uniti a Giarre. Bisognava ancora risolvere la questione dell’autonomia commerciale che la classe dirigente di Riposto rivendicava. Nel 1841 Riposto e Torre si staccarono da Giarre. Nel periodo fascista (1939) Giarre e Riposto vennero nuovamente unificate sotto il nome di “Ionia” e nel 1945, con decreto luogotenenziale, furono nuovamente divise e ripresero i loro vecchi nomi.

Punti di interesse

AREA ARCHEOLOGICA

Strettamente legato alla Chiesa è il Camposanto Vecchio, ipogeo con le antiche cripte della Chiesa di Sant’Agata e di Sant’Isidoro.

BENI ARCHITETTONICI

L’arteria principale di Giarre è la via Callipoli, zona costituita da strade in basolato lavico e fiancheggiata da residenze signorili edificate tra l’Ottocento e il Novecento. Tra tutti sono degni di nota il Palazzetto Bonaventura al n. 170 in stile liberty e il Palazzo Quattrocchi al n. 154 con decorazioni in stile moresco. Sempre in stile liberty ricordiamo Palazzo Macherione (1792) e Palazzo Bonanno.

CHIESE

Chiesa Madre

Dedicata a Sant’Isidoro Agricola, patrono della città, sorge nella splendida piazza omonima. L’imponente costruzione neoclassica ebbe inizio nel XVIII secolo nei pressi di una precedente chiesa dedicata a S. Agata e S. Isidoro, fu aperto al culto nel 1818 e per il corso di tutto l’Ottocento fu soggetto a numerose modifiche. Al suo interno si conservano due acquasantiere in marmo rosso ed una tela attribuita a Paolo Vasta, raffigurante la Vergine tra i SS. Agata ed Isidoro, provenienti dalla vecchia chiesa del ‘600.

Chiesa del Convento

La chiesa degli Agostiniani Scalzi, detta anche Chiesa del Convento o delle anime purganti è uno degli edifici sacri più antichi della città, ma purtroppo, sinora, il più trascurato. Risalente alla seconda metà del ‘700, deve la sua denominazione al fatto che, a lato di questa, sorgeva il convento dei padri Agostiniani Scalzi di Valverde, modificato nel corso dei secoli ed oggi divenuto il Palazzo delle Culture. La chiesa è da lungo tempo interdetta al culto. Nel corso di alcuni recenti rilevamenti sono state rinvenute le cripte quasi certamente coeve alla costruzione dell’edificio.

Santuario di Santa Maria La Strada

Fu edificato nel 1081, nella contrada che lo ospita, per volontà del Conte Ruggero che così volle ringraziare la Madonna per la sua vittoria sui Saraceni.

MONUMENTI

La Fontana del Nettuno

Si trova al termine di via Callipoli in direzione Messina presso la villa Margherita. E’ oggi caratterizzata da una scultura manieristica raffigurante Nettuno col tridente in mano che domina tre focosi ippocampi, due dei quali sono tenuti a briglia da tre putti. La fontana fu costruita all’inizio del ‘900 dallo scultore De Francesco, e il soggetto principale era una figura femminile o meglio una sirena le cui forme suscitarono l’indignazione da parte del clero del tempo che fece sì che essa fosse modificata e spostata da piazza Mons. Alessi all’attuale ubicazione.

Monumento ai Caduti

Fu fatto erigere dodici anni dopo la fine della I guerra mondiale in piazza Mons. Alessi, in sostituzione della fontana di De Francesco.

Pozzo di Ruggero il Normanno

Situato nella frazione di S. Maria la Strada di fronte al santuario, venne fatto scavare da Ruggero il Normanno in previsione della nascita di un popoloso quartiere.

MUSEI

Museo Usi e Costumi delle Genti dell’Etna

Lungotorrente Emanuele Filiberto – Macchia di Giarre

Nel 1995 è stato inaugurato a Macchia di Giarre grazie all’impegno profuso dal suo fondatore, il Prof. Mario Strano, che lo diresse fino al 1997, anno della sua prematura scomparsa. Il Museo, che rappresenta una sorta di testimonianza della civiltà contadina etnea del XIX secolo, è una struttura etnografica che riproduce, attraverso la ricostruzione di una tipica masseria dell’Etna e di un’abitazione contadina con annessi la stalla ed il pozzo, la vita quotidiana di una famiglia contadina del secolo scorso. Dei 450 oggetti demo-antropologici esposti la parte più cospicua proviene da donazioni private. Largo spazio è dedicato agli attrezzi agricoli del secolo passato soprattutto a quelli utilizzati per la raccolta delle olive o per la vendemmia che ci aiutano a ricordare la fatica dei contadini dell’epoca ma anche la semplicità della loro vita. Il Museo ha una struttura peculiare che gli consente di trasformarsi in museo vivant nel quale rivivono i tradizionali usi e costumi della civiltà etnea da tramandare alle generazioni future. Alcune sale del Museo sono utilizzate per ospitare periodicamente eventi culturali, mostre, manifestazioni.

Museo del Presepio

Presso Associazione Italiana Amici del Presepio – Sezione di Giarre, Via Meli, 3 – 95014 Giarre (CT).

Ubicato su due piani di un nobile palazzo ottocentesco a pochi metri dal centralissimo Monumento ai Caduti, ospita oltre cento pezzi presepiali; eccellenti lavori di soci della locale Sezione A.I.A.P., unitamente a vere e proprie opere d’arte di insigni presepisti italiani. Negli ampi saloni del piano terra sono esposti una trentina di presepi provenienti da diverse tradizioni culturali presepistiche italiane ed estere: si possono ammirare presepi in cartapesta leccese, in terracotta siciliana e pugliese, magnifiche figure napoletane e presepi in legno di cirmolo provenienti dal Trentino. Una notevole collezione di figure presepiali e natività provenienti da ogni parte del mondo accompagna il visitatore lungo la scala che da accesso al primo piano, interamente dedicato al magico mondo dei diorami presepistici. In una terra che ha dato i natali a eccelsi maestri scultori, tale raccolta dioramica costituisce un importante tentativo di divulgazione di questa tecnica presepistica, relativamente giovane in Italia e nel meridione in particolare, specie se si raffronta con la più antica, storicizzata e studiata tradizione del presepe aperto, scenografico o raccolto sullo scoglio e visibile da più punti di vista, quasi senza l’impiego di espedienti prospettici. Pregevoli sono i diorami che fanno rivivere uno spaccato di vita contadina siciliana, con i costumi, le suppellettili, le architetture, i personaggi di un tempo ormai perduto ed una preziosa collezione di immagini devozionali, sempre riguardanti il tema della natività di Gesù.

Museo Etneo delle Migrazioni

Presso Palazzo delle Culture, Piazza Macherione, 1.

Il Museo, ubicato nei locali al primo piano di Palazzo delle Culture, propone una ricostruzione del processo migratorio che ha interessato il territorio ionico-etneo dalla fine dell’Ottocento ad oggi. Nato da una ricerca degli studenti del Liceo Scientifico “Leonardo” di Giarre, il percorso museale presenta al visitatore: le cause delle partenze di quanti hanno sognato un futuro migliore fino a decidere di lasciare la Sicilia, spinti dalle precarie condizioni economiche e sociali della terra d’origine nonché dalle pressioni delle Compagnie di navigazione e dei loro agenti presenti anche nei paesi più piccoli e remoti della costa; l’arrivo ad Ellis Island, in Australia, in Africa, nei Paesi europei; i dati statistici del movimento; le storie e le testimonianze di  migranti corredate di passaporti, lettere, documenti, oggetti personali. Una storia drammatica ma ricca di risorse straordinarie che ha reso possibile lo sviluppo di numerose comunità siciliane in tutti i continenti, comunità che ancora oggi alimentano la nostra cultura e le nostre tradizioni fuori dall’isola. Una storia che ha cambiato il volto della Sicilia e che  sa guardare all’attuale immigrazione in ottica speculare, riconoscendone cause, caratteristiche, prospettive. Il Museo comprende anche una sezione multimediale con documentari, cortometraggi e presentazioni digitali della ricerca nonché una ricca collezione inerente alla stampa d’emigrazione.

Museo San Felice da Nicosia

Parrocchia San Francesco, Via Maria del Carmelo, 1/a.

L’idea di allestire il Museo è scaturita dalla volontà di documentare la storia della comunità parrocchiale in un ambiente “vivo” che possa richiamare il passato e cercare di penetrare meglio il presente. Chi entra nella sala adibita a Museo ha la possibilità di ammirare da vicino quanto di bello è stato fatto per rendere più decoroso il servizio liturgico. Sono lavori frutto della perizia di donne e uomini rimasti anonimi , ma di cui resta la testimonianza della loro abilità, gli stupendi ricami a mano sui paramenti, i calici, gli ostensori, il turibolo, i candelabri, il leggio, le pietre di consacrazione degli altari, i bambinelli in cera, le stauine, i reliquiari non sono semplici oggetti per la liturgia, sono documenti che testimoniano la storia dei creatori, degli officianti e dei fedeli che hanno partecipato al rito.

I PARCHI

Anche dal punto di vista naturalistico, Giarre ha certamente molto da offrire. Sul Lungotorrente Emanuele Filiberto, a due passi dal Museo delle Genti dell’Etna, si trova il Parco Giardino di Macchia. Ricco di numerose piante anche piuttosto rare, è dotato anche di un anfiteatro nel quale, durante la stagione estiva si svolgono spettacoli teatrali e musicali.

Anche le oasi verdi del Parco comunale “Jungo”, ubicato lungo il Corso Europa, sono frequentatissime durante la stagione estiva. All’interno del Parco si trova un ampio anfiteatro, dove, in estate, hanno luogo momenti di intrattenimento. Anche nella frazione di San Giovanni Montebello è presente un Parco comunale attrezzato. Un altro Parco rientrante in questo Comune è quello “Chico Mendez”, presso l’alveo del torrente Macchia, che offre la possibilità di ammirare una discreta presenza di macchia mediterranea e resti di antiche colate laviche. Certamente da non dimenticare che Giarre rientra nel Parco dell’Etna, una delle più interessanti oasi naturalistiche d’Europa. Istituito nel Marzo del 1987 per proteggere un ambiente naturale unico ed uno straordinario paesaggio, il parco si sviluppa su un’area complessiva di circa 59.000 ettari e ricade interamente nella provincia di Catania.

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